Dedicata a Francesco da Sabatino Catapano

LAGER PSICHIATRICO

Mura che occultate

L´infamia contro l´umanità

Mura omertose

Mura impregnate di violenza e di terrore

Di grida e di dolore

Che siate di pietra viva o di cemento

Non ascoltate nessun lamento

Sordi ad ogni implorazione

Ad ogni preghiera

Ostinate nel vostro silenzio

Guardate indifferenti

Oltre la sofferenza

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La vicenda (sintesi aggiornata)

Ricovero: Francesco Mastrogiovanni – maestro elementare, 58enne originario di Castelnuovo Cilento (SA) – il giorno 4 agosto 2009 muore nel reparto di psichiatria dell’ospedale pubblico “San Luca” di Vallo della Lucania dopo un sequestro di persona e una contenzione illegale (legato mani e piedi ad una branda) durata oltre 80 ore. Francesco è stato ricoverato presso il reparto di psichiatria, in esecuzione di un ordinanza di TSO disposta dal sindaco del Comune di Pollica, il giorno 31 luglio alle ore 12,15 circa. Le motivazioni del TSO non sono del tutte chiare. Il sindaco del paese di Pollica,Vassallo, rilascia varie versioni ai giornali locali. Esposto Comitato: Il “Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni”, costituitosi all’inizio di settembre 2009 – promotore il cognato Vincenzo Serra insieme a numerosi aderenti fra i quali il prof. Giuseppe Tarallo (ex Presidente del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano) e l’editore prof. Giuseppe Galzerano – all’inizio di Febbraio 2010 presenta un dettagliato esposto alla Procura di Vallo della Lucania perchè sia fatta piena luce sulla procedura di Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) attivata dal Sindaco di Pollica, ma eseguita nel territorio di un altro Comune, San Mauro Cilento. Cattura Francesco, prima dell’emanazione dell’ordinanza di TSO, il mattino del 31 luglio 2009, intorno alle ore 9 circa, viene inseguito dalla polizia municipale del Comune di Pollica e dai Carabinieri della locale stazione e, per sfuggire alla cattura, raggiunge la spiaggia di un campeggio in località Mezzatorre (comune di San Mauro Cilento) e si getta in mare. Dopo un paio d’ore (verso le 11) , ormai sfinito per la lunga permanenza in acqua, ritorna spontaneamente sulla spiaggia dove, nel frattempo, è giunto un medico che opera nel Centro Igiene Mentale di Vallo della Lucania che conferma il certificato del primo medico del 118. Francesco accetta spontaneamente che gli vengano praticate tre (3) iniezioni di sedativi – ma la Dott.ssa, che conferma la richiesta di TSO al sindaco di Pollica, scrive sul certificato che “rifiuta ogni terapia”. Al contrario, Francesco, assumendo un comportamento collaborativo, accetta di essere tradotto presso il reparto di psichiatria di Vallo della Lucania.
EVIDENZE VISIONE VIDEO DELL’ORRORE (riprese effettuate dalla telecamera interna dalle ore 12 del 31 luglio 2009 alle ore 7,42 del 4 agosto 2009) Reparto: Francesco giunge nel reparto alle ore 12,15 del 31 luglio 2009. Non è per nulla aggressivo e accetta che gli venga praticata la quarta iniezione di sedativi. Si siede al letto, consuma un pasto, e poi cade in un sonno profondo. Contenzione: alle ore 14 circa, mentre dorme, viene legato, polsi e caviglie, al letto e dopo qualche minuto gli viene applicato anche il catetere. Mastrogiovanni sarà slegato soltanto alle ore 7,30 del 4 agosto 2009, circa 5,30 ore dopo la morte avvenuta intorno alle 2 della notte. Una volta sveglio, non accetterà mai la condizione imposta e si dimenerà, in un tentativo estremo quanto inutile, di liberazione. Tenta varie volte di alzarsi dal letto, ma inutilmente. Non viene alimentato e né gli danno da bere. L’unica terapia consiste nell’applicazione di flebo: la prima alle ore 21 del giorno 31 luglio, la seconda soltanto alle ore 9 circa del 2 agosto 2010. Non viene mai visitato da un medico e gli infermieri lo avvicinano soltanto per occuparsi delle fasce di contenzione e per far rimuovere, da un’addetta alle pulizie, con uno spazzolone, le copiose macchie di sangue sul pavimento. Per i primi giorni Francesco viene lasciato addirittura nudo nel suo letto, senza neanche un lenzuolo. Solo in un secondo momento gli viene fatto indossare un pannolone per incontinenti (che sarà sostituito una sola volta). Già nella serata del 3 agosto 2009 il maestro inizia ad agonizzare e manifesta chiaramente seri problemi respiratori. Morirà nella più completa solitudine la notte del 4 agosto 2009, intorno alle ore 2. Soltanto intorno alle 7,30 gli infermieri si accorgono che il paziente è spirato e tentano di rianimarlo. Nei primi giorni la sorella del maestro, Caterina, per avere notizie sullo stato di salute del fratello si rivolge al sindaco del comune di residenza della famiglia che presta la sua opera, in qualità di medico, presso l’ospedale pubblico di Vallo della Lucania. Il pomeriggio del 3 agosto 2009 alla nipote Grazia – che si reca presso il reparto di psichiatria – non viene consentito di fare visita allo zio perché, a dire del medico di turno, Francesco sta dormendo. Indagini magistratura: ai parenti, che si recano subito presso l’obitorio dell’ospedale dove è giunto il cadavere di Francesco, il vice-direttore sanitario comunica che, a suo avviso, è opportuno procedere ad esame autoptico per stabilire la causa della morte. Il medico legale Dr. A. Maiese, riscontrati sul corpo esanime i segni della contenzione, non annotata in cartella clinica, riferisce al magistrato PM Rotondo e chiede che si proceda ad autopsia giudiziaria la quale viene puntualmente eseguita dopo qualche giorno. Nel frattempo, la magistratura sottopone a sequestro il video girato dal sistema di sorveglianza del reparto di psichiatria e, nella relazione autoptica si legge che la morte è dovuta ad edema polmonare, causato da prolungata contenzione. Nella relazione, i medici incaricati dalla Procura di Vallo della Lucania, scrivono, inoltre, che il comportamento del personale sanitario è stato negligente perché non hanno provveduto a controllare, monitorare e nutrire il paziente e rilevano il falso ideologico in quanto la cartella clinica è palesemente falsa non contenendo alcun cenno della contenzione. Prima i medici e poi anche gli infermieri vengono indagati per sequestro di persona, morte derivante da altro delitto e falso ideologico (quest’ultima fattispecie delittuosa solo per i medici). Il GIP, Dr. Marrone dispone, con ordinanza del 18.01.2010, la sospensione cautelare dal servizio di sei medici e otto infermieri. Il Tribunale del Riesame di Salerno con ordinanza del 26.02.2010, pur confermando (e in alcuni punti aggravando) l’impianto accusatorio, revoca le misure cautelari disposte dal GIP. A fine Marzo il GIP, in accoglimento della richiesta del PM, dispone il Giudizio immediato con inizio delle udienze il 28 giugno 2010 in quanto i video shock costituiscono prova evidente.
L’informazione: I MEDIA E LA RETE Del caso, che ovviamente colpisce la sensibilità dell’opinione pubblica, si occupa la stampa locale (Il Mattino, La Città, Cronache Del Mezzogiono, Tempi Cilento, Corriere del Mezzogiorno e anche alcune testate nazionali: Liberazione, Il Fatto Quotidiano, Umanità Nova, A Rivista Anarchica) e soprattutto la massima diffusione si realizza nella rete (internet) ove il comitato costituito per fare piena luce e chiedere giustizia crea un sito, sia pure “artigianale” http://www.giustiziaperfranco.it . Al comitato giungono adesioni da ogni parte d’Italia e anche da persone impegnate nel campo dell’antipsichiatria (ad es. Natale Adornetto) oltre che da numerose individualità del movimento anarchico e libertario. Anche le televisioni locali (Rete 7 e Rete 105) seguono gli sviluppi inviando loro giornalisti in occasione dei sit-in, molto partecipati, organizzati davanti al Tribunale di Vallo della Lucania, all’interno del quale si svolgono le udienze. Il 9 Aprile 2010 si interessa del “Caso Mastrogiovanni “ la RAI e in prima serata, alle 21.10, nella trasmissione “Mi manda RAI TRE”, condotta da Vianello, trasmette alcuni frame del video shock. Il pubblico in studio rimane allibito. Lo sconcerto assale anche i telespettatori a causa della crudeltà e dell’orrore che traspaiono dalla visione del video che riprende Francesco prima in uno stato disumano di contenzione (mentre dorme e quindi senza alcuna ragione) e poi, minuto dopo minuto, la lunga agonia che lo porterà ad una dolorosissima morte nella nottata del 4 agosto 2009. Lo sconcerto tra i presenti in sala aumenta a causa delle argomentazioni addotte dai legali degli imputati presenti in trasmissione che cercano di difendere l’indifendibile e per le dichiarazioni del nuovo responsabile del dipartimento dell’ASL di Salerno che, alla domanda del conduttore Vianello (che gli proponeva di chiedere scusa ai familiari della vittima) risponde, con evidente imbarazzo, che è disposto a farlo solo dopo l’eventuale accertamento della colpevolezza degli imputati da parte della magistratura. PROCESSO Attualmente presso il Tribunale di Vallo della Lucania (presidente d.ssa Elisabetta Garzo) è in via di svolgimento il processo contro gli imputati: 6 medici e 12 infermieri. I capi di imputazione sono: sequestro di persona, morte derivante da altro delitto e falso ideologico (questo ultimo solo per il prsonale medico). Il Pubblico Minsitero che ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio del personale medico e paramedico in servizio presso il reparto di psichaitria dell’ospedale “S. Luca” di Vallo della Lucania, dr. Francesco Rotondo, non è più in serevizio presso la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania e al suo posto è subentrato il P.M. che, per fatti giudiziari verificatisi nel 1999 (diverbio con un carabiniere), ha chiesto ed ottenuto al condanna di Francesco a circa tre anni di reclusionee nonostante la deposizione a suo favore di ben sei testimoni. Francesco in appello fu assolto con formula L’attuale titolare dell’Ufficio di Pubblico Ministero è il dr. Ranato Martuscelli Assolto con formula piena ed ottenne alche il risarcimento oper ingiusta detenzione. Nel processo in corso è stata ammessa la costituzione di parte civile di varie associazioni: Avvocati senza Frontiere, Telefono Viola, Unasam, Iniaziativa Antipsichiatrica. Alla data odierna sono stati sentiti i testi desiganti dal Pubblico Ministero, Dr. Rotondo e dai familiari di Francesco. I consulenti del P.M. in udienza hanno confermato il contenuto della relazione autoptica: Francesco è morto per edema polmonare causato dalla contenzione immotivata ed illegale. Il Dr. Ortano, psichiatra di Aversa, è stato categorico nel sottolineare che la contenzione non è una terapia, ma un reato e soltanto qualora ricorra lo stato di necessità è possibile il suto utilizzo ma per il tempo strettamente indispensabile.
Sono stati sentiti diverse persone con ricoveri presso il reparto di psichiatria. Una giovane mamma con lucidità e pacatezza ha riferito del trattemento subito nel reparto e anche delle avances da aprte di un infermiere. Il direttore sanitario dell’ospedale, dr. Pantaleo Palladino, durante la sua deposizione ha sostenuto che “il T.S.O. è contenzione” e che “la contenzione è terapia”, confermando così il “sistema” che si era ormai instaurato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale pubblico di Vallo della Lucania. Altra particolarità del processo in corso è la costituzione di parte civile dell’ASL di Salerno. Nell’ultima udienza è stata sentita la sig.ra Licia Musto, proprietaria del villaggio turistico dove Francesco ha trascorso l’ultimo mese della sua vita e dove la mattina del 31 luglio 2009 è stato “catturato” con un ingente spiegamento di forze. La sig.ra Licia ha riferito che Francesco si recava presso il villaggio ogni mattino e a volte si fermava anche a cena. Era una persona squisita ed era considerato ormai un amico di famiglia. Il P.M. dr. Martuscelli ha replicato affermando pubblicamente in udienza che la deposizione era irrilevante per il processo in corso mentre per l’altro filone di indagini – quello relativo al T.S.O. disposto dal defunto sindaco di Pollica – ha chiesto l’archiviazione delle indagini. Pronta ed immediata è stata la presa di posizione del legale della famiglia Mastrogiovanni: in primo luogo compete al presidente valutare la rilevanza della deposizione della sig.ra Lucia Musto ed in secondo luogo contro la richiesta di archiviazione del P.M. è stato presentato atto di opposizione. Il Comitato giustizia per Franco prende atto e continua, con maggiore determinazione, il percorso intrapreso perché la memoria di Francesco Mastrogiovanni riceva giustizia e….MAI PIU’!

 

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